Il presidente Andrea Falaschi: siamo stati tra i primi a utilizzare i robot; poi siamo tornati all’artigianalità e così abbiamo battuto la concorrenza

Già negli anni Ottanta utilizzava i robot per automatizzare la levata di vetro fuso dai forni. Ma poi è andata controcorrente. Mentre le altre aziende del settore introducevano i macchinari, Nuova Cev, cooperativa toscana con sede a Empoli, tornava a valorizzare il saper fare dei maestri vetrai. Ed è proprio questo che ha salvato I’azienda dalla concorrenza dei cinesi che hanno copiato gli strumenti per realizzare i cristalli. industriali, ma non hanno potuto copiare la bravura degli artigiani.
“Siamo una mosca bianca – spiega il presidente Andrea Falaschi perché continuiamo a fare dei prodotti unici, coniugando innovazione con tradizione”.
Una tradizione iniziata con Cev, l’azienda nata nel secondo dopoguerra che faceva vetro e che prima di cessare l’attività aveva iniziato ad esplorare il mondo del cristallo. Fu la prima a sperimentare nuove tecniche di produzione, come appunto il robot levavetro o le macchine a stampaggio semiautomatico. Poi, dal 1987, Nuova Cev ha messo da parte le macchine per puntare sulle maestranze e sul cristallo. E anche questo ha fatto la differenza e ha consentito alla cooperativa non solo di superare la crisi del settore, iniziata attorno al 2005, ma di crescere e svilupparsi.

da “LA NAZIONE – QN – 7 SETTEMBRE 2020 – ECONOMIA E LAVORO”